HPV test

CHE COS'È IL PAPILLOMA VIRUS

Il papillomavirus (HPV Human Papilloma Virus) è un DNA virus presente in natura in oltre 100 tipi di cui solo una trentina riguardano i genitali e di questi soltanto una dozzina sono classificati come tipi ad alto rischio (16, 18, 31, 33, 35, 39, 45, 51, 52, 56, 58, 59) e quindi potenzialmente oncogeni. Altri tipi (6, 11, 42, 43, 44) sono invece considerati a basso rischio oncogeno.
Essere inquadrati come virus oncogeni significa che solo potenzialmente essi possono causare tumori maligni.


L'infezione da HPV è una malattia a trasmissione sessuale ed è estremamente diffusa nella popolazione sessualmente attiva: si calcola che oltre il 70% delle donne che hanno attività sessuale possono incontrare il virus almeno una volta nella vita (e conseguentemente gli uomini che in genere rappresentano però degli ospiti intermedi).
Se però consideriamo le donne che si "ammalano", cioè che sviluppano lesioni conseguenza dell'infezione, la loro percentuale è molto più contenuta e se consideriamo quelle che svilupperanno un tumore il loro numero è ancora più esiguo: infatti ogni anno si registrano circa 3500 nuovi casi di tumore del collo uterino (con circa 1500 decessi) che non sono pochi ma pochissimi se confrontati alla diffusione dell'infezione virale.

Circa l'80% delle infezioni sono transitorie, asintomatiche e guariscono spontaneamente. E comunque anche nei casi in cui l'infezione provoca una lesione a carico dei genitali interni (collo uterino, vagina) o dell'ano e del canale anale non esistono mai sintomi specifici: pertanto i disturbi che talvolta le pazienti riferiscono (bruciori, prurito, perdite vaginali) sono dovuti ad altre cause.
Anche nei casi di localizzazioni esterne (condilomi) i sintomi sono quasi sempre assenti e, quando presenti, sono modesti: ciononostante le formazioni condilomatose (che possono recidivare) debbono essere eliminate quanto prima, considerando che possono proliferare e diffondersi abbastanza rapidamente.


Come si trasmette l'infezione da HPV?

Occorre fare una distinzione: le lesioni indotte dal virus sul collo uterino e in vagina sono quasi esclusivamente conseguenza di una trasmissione sessuale.
Le localizzazioni sui genitali esterni (vulva, introito vaginale, perineo, regione perianale, pene, scroto, ecc.), oltrechè trasmesse tramite i rapporti sessuali possono essere anche conseguenza del contatto con materiali contaminati (asciugamani, bagni pubblici, oggetti, ecc.).
Le lesioni possono anche interessare l'ano, la regione perianale, il canale anale, il cavo orale e la faringe.

Quelle che interessano il collo uterino sono prevalentemente causate da ceppi ad alto rischio (soprattutto 16, 18, 45) mentre quelle che riguardano i genitali esterni sono dovute prevalentemente a ceppi a basso rischio (6, 11).

Il virus vive a contatto della cute e delle mucose; non si trova nel sangue e nello sperma (anche se ci sono studi in corso tesi a dimostrare la presenza in questo liquido biologico).

Come si diagnostica l'infezione da HPV?

Innanzitutto occorre specificare che l’infezione da HPV è un’infezione tipica della donna giovane (tant’è che ha una prevalenza massima tra i 15 e i 29 anni per poi decrescere nella tra la terza/quarta decade di vita) ma a causa della sua diffusione nessuna età è immune e anzi la gravità delle manifestazioni cliniche cresce con il crescere dell’età.

La metodica diagnostica più semplice, meno costosa e di più facile accesso è il pap test (comunemente noto come striscio cervico-vaginale) grazie al quale è possibile raccogliere le cellule di sfaldamento del collo uterino tramite una spatola e una sorta di scovolino (endobrush) per il prelievo nel canale cervicale.
Il pap test ha la funzione di rilevare la presenza di lesioni dell’epitelio cervicale di significato preneoplastico o neoplastico quale conseguenza di una pregressa infezione da HPV.
Occorre dunque precisare che il pap test non rivela la presenza del virus ma soltanto le lesioni da esso indotte.

Per ricercare il virus bisogna ricorrere ad un test specifico (una sorta di tampone cervicale) il quale, grazie a sofisticate tecniche di laboratorio, è in grado di rivelare la presenza del papillomavirus, eventualmente distinguendo i tipi a basso da quelli ad alto rischio. 

Terapia dell'infezione da HPV

Non esistono cure farmacologiche  specifiche per la cura dell’infezione che peraltro induce un’immunità naturale (in chi ha già contratto l’infezione) molto bassa e di breve durata.

In questi ultimi anni sono stati introdotti sul mercato due vaccini di cui uno bivalente (contiene solo i due ceppi ad alto rischio 16 e 18) e uno quadrivalente (oltre ai due precedenti contiene anche i due ceppi a basso rischio più frequenti, cioè il 6 e l’11): il vaccino però ha una funzione preventiva e non terapeutica tant’è vero che molte Regioni italiane in questi ultimi anni hanno concepito campagne vaccinali gratuite rivolte alle ragazzine di 11/12 anni basandosi sul concetto che in questa fascia d’età è massimo il beneficio e che il vaccino garantisce il massimo della protezione nelle condizioni in cui con certezza non si è ancora incontrato il virus. Successivamente ci si può sottoporre a vaccinazione (il quadrivalente può essere somministrato fino all’età di 45 anni) ma il livello di protezione garantito è molto più basso. E comunque occorre sempre ricordare che il vaccino è preventivo e non terapeutico. La vaccinazione può essere estesa anche al maschio, anche se al momento non esistono campagne vaccinali gratuite, ciò anche per la minore diffusione e gravità delle lesioni a carico dei genitali maschili.

Poiché, come accade sempre di fronte a qualsiasi infezione, il sistema immunitario gioca un ruolo fondamentale, una qualche possibilità “terapeutica” si può tentare agendo direttamente sullo stesso attraverso una sua attivazione specifica (con la cosiddetta microimmunoterapia di regolazione).

Nei casi invece in cui l’infezione abbia dato luogo ad una lesione più severa (displasia di alto grado) la terapia è essenzialmente chirurgica (elettroconizzazione con ansa diatermica).

Nei casi infine di lesioni cutanee e mucose (condilomatosi genitale) esistono sul mercato farmaci topici (ad uso locale) in forma liquida (podofillina 0.5%) o di crema (imiquimod al 5%). Anche in questo caso, specie nei quadri in cui le localizzazioni sono più numerose o prevalentemente mucose, si può ricorrere alla loro eliminazione tramite elettrocoagulazione (diatermocoagulazione) o laservaporizzazione che vengono praticate in anestesia locale.



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